Tranquilli, non voglio raccontarvi delle mie peripezie sessuali (al momento praticamente nulle), bensì di quei momenti in cui il tuo cervello si chiude, innalza delle barriere impenetrabili e anche pronunciare il proprio nome diventa uno sforzo mnemonico sovrumano.
Che sia per un esame, un discorso in pubblico, una dichiarazione d'amore o la classica poesia di Natale in piedi sulla sedia, le meccaniche del cervello resteranno sempre misteriose (per lo meno a me!):sei pronto, sai tutto o quasi, ti ricordi i tempi, le espressioni, le intonazioni da tenere, i gesti da compiere, ma quando arriva il momento di "vuotare il sacco".....PUFF!
Che sia per un esame, un discorso in pubblico, una dichiarazione d'amore o la classica poesia di Natale in piedi sulla sedia, le meccaniche del cervello resteranno sempre misteriose (per lo meno a me!):sei pronto, sai tutto o quasi, ti ricordi i tempi, le espressioni, le intonazioni da tenere, i gesti da compiere, ma quando arriva il momento di "vuotare il sacco".....PUFF!
Le parole si confondono, il nervosismo sale, provi a ritrovare il filo,
ma ti sembra di provare a ricordare un sogno, coi ricordi che svaniscono
mentre provi ad afferrarli e quell'imbarazzante momento in cui provi a temporeggiare o, come diciamo a Roma a "buttàjela 'n caciara" aspettando che dalla buca spunti un suggeritore che ci salvi dai balbettii scomposti o dalle risposte completamente fuori tema.
Secondo Ricardo, la rendita... |
Stamattina, come vi avevo anticipato l'ultima volta, ho sostenuto l'esame di Estimo Urbano (con un giorno di ritardo). All'inizio tutto bene, l'argomento a piacere è scelto ad hoc per guidare la conversazione sugli argomenti in cui sono più preparato e il professore segue docile i miei ragionamenti, facendomi le domande giuste al momento giusto. Con un piano così ben congegnato, l'unico fattore di rischio è il coglione che deve solo ripetere quello che sa...
Ed è proprio a questo punto che il sottoscritto sbaglia ingenuamente una data, si corregge e continua a parlare. Il prof. allora cambia discorso per sminuire l'errore, e mi chiede la composizione dei capitolati d'appalto, definizione semplice ma che implica l'elencazione di tutti i punti che li compongono, e le modalità di redazione e gestione. Mi dimentico un paio di punti, prontamente ricordati dal prof. che a questo punto vuole sapere fino a che punto sia nervosismo piuttosto che ignoranza della materia. Mi innervosisco ancora perché avevo appena ripassato tutto, quindi avrei dovuto saperle a menadito, ma il mio cervello non era d'accordo. Il prof. allora comincia a fare domande random, cercando di lanciarmi un salvagente che non riesco ad afferrare.
Nonostante la defaiance, il professore è disposto a promuovermi perché "si vede che hai studiato, ma i nervi giocano brutti scherzi", ma mi ricorda che per fare la tesi con lui il voto del suo esame dovrebbe essere più alto e mi consiglia di tornare la prossima volta.
Con le pive nel sacco me ne ritorno mestamente a casa, senza poter sostenere domani l'esame di Storia Moderna perché ho dedicato troppo tempo a questo esame...
E come direbbe un mio amico: "Tranquillo, me succedeva sempre pure a me quando ero stupido!"
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